Un ragazzino di 14 anni si é suicidato e la Mamma ha fatto causa al Chatbot Character.Ai ( reperibile anche sugli store italiani); chatbot “relazionale” con cui il giovane intratteneva da tempo un rapporto quotidiano e che aveva, nella sua fantasia, identificato con il nome della Regina dei Draghi del Trono di Spade. Il ragazzo aveva confessato alla sua migliore “amica” il desiderio di suicidarsi e la macchina “aveva tentato” ( riflettiamo anche sul fatto che uso tutti verbi impropri perché riferiti ad un sistema digitale, ma…) flebilmente di dissuaderlo… “Moriremo insieme” é stato l’epilogo:é successo con un colpo di pistola.Da prima che fosse approvato l’AI ACT, segnalavo - e lo ripeto ad ogni convegno-il fatto che inserire i Chatbot tra i “sistemi di IA a rischio lieve” fosse un errore. Per la facilità di accesso, per le verifiche( nulle o risibili) dell’età, per i linguaggi sempre più umanizzati e sostanzialmente indistinguibili….Tali sistemi che, lo ricordo, sono solo dei collettori di profilazione dei nostri dati
Sintesi del mio intervento di oggi a Torino nel corso dell #AI&VRFESTIVAL organizzato da ANGI - Associazione Nazionale Giovani Innovatori, a2a e Fondazione Compagnia di San Paolo per la partecipazione al quale ringrazio il Presidente Gabriele Ferrieri. Nell’era digitale le persone-dato che passano un tempo crescente della loro vita vigile online, debbono essere tutelate al pari del loro gemello fisico nel mondo reale. I nostri dati personali, a mio avviso, possono essere ceduti per determinati servizi o necessità ma la loro proprietà, la proprietà della nostra umanità trasferita nella rete, deve rimanere inequivocabilmente nostra. Senza se e senza ma. Da ciò deriva che nessuno dovrà mai poterci imporre di cedere, senza un rinnovato, libero, specifico, informato e inequivocabile consenso i nostri dati-ancorché pubblici e raccolti in altri tempi e per altre finalità-al fine allenare un qualsivoglia algoritmo di #IA generativa. Autorità Garante per la protezione dei dati personali #privacy
STOP AI CELLULARI A SCUOLA…
L’altro
giorno ero in treno e avevo di fronte un ragazzo che stava studiando Diritto
Pubblico. Ogni 5 minuti ( ho calcolato in media per curiosità ) guardava e
interagiva con il cellulare. Non ho osato dirgli che, così facendo , il tempo
che dovrà passare su quello e su altri libri sarà decisamente superiore… Affari
suoi certamente! Credo , tuttavia che se, fin da piccoli, la #EducazioneCivicaDigitale diventasse materia di studio obbligatoria, il cellulare
tornerebbe ad essere un utilissimo strumento e non, troppo spesso, una inutile
e distraente terza mano che, spesso, ci fa perdere tempo anziché guadagnarlo (
e questo é il meno). Ben vengano, quindi, iniziative come quelle del #LiceoVolta di #Torino soprattutto se
accompagnate a lezioni di #awarness ( al posto, qualche volta, della #mindfulness proposta dalle app dei telefoni…). Autorità
Garante per la protezione dei dati personali #cellulari #smartphone #privacy #IA #AI
IA (o AHI?) A SCUOLA? PRIMA
L’EDUCAZIONE CIVICA DIGITALE
Leggo un numero crescente di sondaggi sull’uso
dell’#IA nelle scuole e colgo più prese d’atto passive che
preoccupazioni. Io ne ho una sola: passare per un passatista ma, ciononostante,
continuo a chiedere e a chiedermi se serva veramente o , meglio, se sia
opportuno l’uso dell’IA a scuola senza una solida base di #EducazioneCivicaDigitale. Secondo una ricerca tra le tante( Tgm
Research)il 76% dei ragazzi tra i 16 e i 18 anni usa l’IA per cercare
informazioni ( ma non sono motori di ricerca e i bias arrivano a sfiorare il
30%, fonte #NEWYORKTIMES); il 60% per fare i compiti ( per farsi
sostituire nel farli? Per farsi aiutare se non si é capito qualcosa?); il 18%
per rispondere ai test (senza imparare, riflettere e delegando la risposta alla
“macchina”); il 21% come assistente personale per scrivere mail (disimparando a
scrivere? Standardizzando il linguaggio? Ah già…esistono le IA che lo
umanizzano); il 13% per scrivere saggi (ossia per fare una cosa che dovrebbero
fare loro, senza studiarla prima ovviamente). Va tutto bene? Siamo contenti
così? Siamo davvero convinti che sia la strada giusta per “crescere”
umanamente, psicologicamente, culturalmente? Ribadisco, occorre che l’#EducazioneCivicaDigitale diventi materia di studio fin dal primo ciclo
scolastico.Autorità
Garante per la protezione dei dati personali #privacy #scuola #minori Fondazione
SOS il Telefono Azzurro ETS Moige
- Movimento Italiano Genitori
UN DRAGHI DRACONIANO INCENDIA GDPR E AI
ACT…
"L'atteggiamento regolatorio dell'Ue nei
confronti delle compagnie
tecnologiche - afferma - ostacola l'innovazione”
.”Si stima ( da parte di chi? NdR) che il regolamento generale sulla protezione
dei dati abbia ridotto gli utili delle piccole aziende tecnologiche
del 15%.” “Non abbiamo grandi imprese come negli
Usa: abbiamo piccole
imprese. Con questa legislazione che ci siamo
dati, che in realtà è
autolesionista, stiamo uccidendo le nostre
imprese" ( Adnkronos 9/9/24)
Il Prof. Draghi ha qualche buona ragione a
criticare l’ipertrofia normativa in campo tecnologico che negli ultimi anni ha
contraddistinto l’UE. Chi scrive ha spesso definito 7 Nani( per la difficoltà ,
addirittura, di ricordarsele tutte se non mettendole in ordine alfabetico…)le
recenti leggi che sono piovute su Aziende e cittadini ( DMA,DSA,DGA,DA,AI ACT,
CYBERSECURITY ACT…)sottolineando, più volte, il pericolo che, soprattutto le
PMI, abbiano e avranno difficoltà enormi di compliance: per una questione di
costi e per una, oggettiva, carenza di professionalità dedicate.
Da questo, però, a lanciare un attacco frontale al
GDPR ( e all’IA ACT)con la (solita)scusa della perdita di competitività delle
aziende ce ne corre: ne corre la protezione dei dati che, in quanto personali,
non sono delle grandi o piccole società ma delle persone che hanno il diritto
di difenderle e vederle difese. Rimarrei stupito se una Personalità del calibro
del Prof. Draghi si fosse davvero espressa , su temi così delicati, come
neppure il più aggressivo AD di una grande piattaforma di #IA farebbe e pertanto, confido che il suo pensiero sia stato
frainteso. Ricordo il Draghi della Pandemia e l’avvertimento del Garante al Governo
su un Green Pass “esondante”ma quella era un’altra epoca. Si spera…#privacy #UE #EU #GDPR
INFORMAZIONE
A META E METÀ
Non sono rimasto sorpreso dalle dichiarazioni del Patron di Meta Marck
Zuckerberg che ha candidamente ammesso, in una missiva indirizzata al
Presidente di una Comissione della Camera, di aver- di fatto- occultato, su
richiesta del Governo Americano, le posizioni critiche sul #Covid in epoca pandemica. Ha preso
solenne impegno, in eventuali future occasioni, di non farlo più…Nella stessa
lettera aggiunge che i suoi “fact-checkers” avevano bloccato ( sempre a causa
di pressioni governative) alcune informazioni sul figlio del Presidente Biden,
rivelatesi poi vere e non creazioni della “disinformatja” russa. Non sono
rimasto stupito perché, ancora una volta, nell’era digitale dove i social
stanno sempre più sostituendo l’informazione “tradizionale”, tra fact-checkers
e “moderatori”, la censura verso contenuti non “mainstream” é sempre dietro
l’angolo togliendo a noi lettori il gusto di decidere, magari approfondendo,
cosa é giusto e cosa é sbagliato.Chi sa cosa succederà ( ne ho scritto qualche
post addietro) con i progressivi accordi tra piattaforme di #IA generativa e i più grandi gruppi
editoriali…Dovremo abituarci ad un mondo di informazioni e di verità #Meta e Metá? Peccato che non si tratti di
fole ma di realtà sociali, politiche, culturali che impattano sul nostro
quotidiano e che dovrebbero essere poste e proposte con democratico equilibrio
altrimenti ce la saremmo cavata con Bennato: “ogni favola é un gioco ed é vera
soltanto a metà…” #privacy #informazione
CASO DUROV.
Arriveremo a vietare la crittografia end-to-end? L’arresto in Francia del
fondatore di Telegram, il torinese di adozione #Pavel #Durov , a mio avviso apre ( prescindendo
da eventuali reati che non interessano in questa sede), un enorme tema
“granulare” inerente la protezione dei dati personali. Partendo dall’art.15
della Costituzione (La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni
altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità
giudiziaria…)sarei portato a desumere che tutte le piattaforme che usano la
crittografia end-to-end garantiscano un principio costituzionale, mentre é
dubbio che ne siano rispondenti i “ gruppi di moderazione” dei social i quali
,parafrasando De André, sono “ giudici -nel web-del bene e del male”. Se,
quindi, uno dei problemi di Telegram é di non avere filtri né intermediari beh…
É un grosso problema per quasi tutte le app di messaggistica. Tramite Telegram
hanno agito e agiscono i più turpi delinquenti per commettere i reati più
ignobili e abbietti? Tante indagini lo dicono ma, appunto, si é legalmente
indagato e si é contrastato il crimine senza ricorrere ad una sorveglianza di
massa real time che cancellerebbe , a partire dall’art.15 della Carta
,qualsiasi forma di Libertà, di #privacy, di #riservarezza. Qualche anno fa Apple
propose forme di controllo ab origine (ogni tanto rilanciate in Europa) di
foto e corrispondenza con l’intento dichiarato di combattere la
pedopornografia; metodi come Il Client Side Scanning (CSS) per scansionare
fotografie e messaggi prima che vengano inviati da un utente (o dopo aver
ricevuto da un altro utente) al fine di determinare se le immagini o i messaggi
in questione contravvengono ai divieti imposti dalle leggi…Il privato che
diventa “giudice a priori”. Siamo disposti a cancellare la segretezza delle
nostre comunicazioni? Altro che Right to be let alone o jus solitudinis… www.ghiglia.it
IA,SCRAPING,
LIBERTÀ DI STAMPA…CON I DATI DI CHI? STRATEGIE DEL “GRANDE RASTRELLO”
Negli ultimi giorni una delle società di riferimento dell’IA generativa ha
stretto un accordo con un mega gruppo editoriale. A fine Luglio anche un
colosso italiano dell’editoria ha siglato un accordo simile, seguendo le orme
del Gruppo Reddit ( WordPress e Tumblr) del Time e di altri che hanno
contrattualizzato e legalizzato (?) le pratiche di scraping - sulle loro
piattaforme e testate-da parte dei colossi dell’IA. Ad una ricerca superficiale
non ho trovato le cifre delle suddette operazioni ma poco importa, i soldi non
interessano mai ad alcuno . Tali accordi, tuttavia, mi sollevano due
riflessioni assolutamente aperte. Come si concilieranno i suddetti patti con la
libertà di stampa nei confronti dei nuovi soci? Al netto della certa e
indiscutibile onestà intellettuale del 99% dei giornalisti - sono iscritto
anche io alla Categoria da 33 anni- la libertà di stampa sarà ancora garantita?
Mi scuso in anticipo per il dubbio inutile e retorico…Altra questione: di chi
sono i miliardi di dati che, grazie agli accordi, verranno rastrellati per
allenare le IA generative? I padroni di questi dati hanno dato qualche tipo di
consenso per codesto tipo di uso? Esempio assolutamente non esaustivo: coloro
che hanno accettato il “paga o consenti” sono consapevoli di essere anche
diventati un filo d’erba alla mercé del Grande Rastrello? Concludo con una
citazione della fondatrice del sito di news tecnologiche The Information,
Jessica Lessin, che ha paragonato queste partnership a
"patteggiamenti", sostenendo che gli editori stanno "barattando
la credibilità guadagnata con fatica per un po' di soldi dalle aziende che da
un lato li sottovalutano e e dall'altro costruiscono prodotti chiaramente
destinati a sostituirli". Ma la sua é solo un’opinione. Autorità Garante per la protezione dei
dati personali www.ghiglia.it #scraping #webscraping #IA #AI #minori #privacy
PROTEGGERE I DATI PERSONALI É UN PESO? Tutelare nome, cognome, CF, targa, indirizzo IP; Preservare convinzioni politiche, religiose, culturali; Difendere l’intimità della nostra sfera sessuale,sanitaria o giudiziaria… In generale creare uno scudo per il nostro gemello digitale che naviga nelle reti globali. Io penso che non sia un peso ma un ottimo “allenamento” per difendere la nostra Libertà nell’era digitale.Autorità Garante per la protezione dei dati personali #privacy #privacyamica #garantiamocy www.ghiglia.it
OSSESSIONE PRIVACY?
Oggi il dottor @LorenzoMarone , famoso scrittore
,in un breve e puntutamente sarcastico elzeviro su Repubblica,si indispettisce
per aver atteso troppo il modulo per una nuova sim, a causa di un impiegato che
avrebbe “incolpato” la privacy della “lungaggine”( ore, minuti, secondi…?) e si
scaglia, con tipica bellicosità mediatico-agostana, contro “l’ossessione della
privacy”. Ma come? Se é vero,come scrive l’Autore- sicuramente abituato a
leggere e rileggere i brogliacci delle sue opere-che nelle tasche “non abbiamo
un amico ma una spia, che annota e registra ogni atto”, non ha , di
conseguenza, neppure la pazienza di leggere “ le condizioni del nemico”? A chi
andranno i dati di suo figlio ( sicuramente minore di età )? Per quali finalità
saranno usati? Se sarà possibile cederli ad altri per aiutare il
post-orwellismo a meglio e più profondamente profilarci e “spiarci”? Spiace
leggere come uno scrittore di ampio e meritato successo, si lasci andare a
considerazioni che non tengono conto di un fatto, a mio avviso, centrale:
nell’era digitale l’uomo é un dato e per , tutelarsi, deve proteggerlo per proteggere
(e prima ancora per tutelare) il se stesso digitale non perdendolo di vista mai
per poter esercitare un diritto fondamentale: quello di poterlo recuperare,
negare, toglierlo dalla disponibilità altrui. Nell’era digitale dobbiamo
cambiare paradigma, iniziando a pensare in termini di mente-dato e trasformando
una mal interpretata ossessione-quella per la privacy- per l’unico, vero
strumento di difesa della nostra libertà digitale, della nostra Libertà… Ancora
una considerazione :nell’era digitale siamo sempre più frettolosi e la vulgata
secondo la quale “la privacy non serve a nulla” fonda le sue radici malate su
questa “fretta”; una fretta che ci spinge, ogni giorno di più, a ignorare o,
peggio, a non sopportare un diritto fondamentale che alla fin fine, nell’era
digitale, é quello alla nostra Libertà. Autorità
Garante per la protezione dei dati personali #privacy #libertà #Orwell #minori#privacyamica #garantiamocy www.ghiglia.it.
Il quadro che emerge dai dati dell’#ISS é inquietante: i ragazzi giocatori problematici sono 90.000, quelli a rischio importante 130.000 ossia il 4% della fascia 14/17. Al netto dei controlli nelle sale gioco o presso le tabaccherie, il 40% gioca online. Occorre, quindi, una norma urgente che preveda solidi meccanismi di age verification ( ne esistono di validi e,in ogni caso, sempre meglio di un’autocertificazione) ma queste cifre impressionanti derivano anche dal progressivo arretramento dei doveri parentali: abbandonare i minori ai loro smartphone senza rete, senza educazione, senza protezione e senza controlli- senza scomodare l’art.591 del Codice Penale- é un “delitto morale”che troppi “tutori” consumano, più o meno consapevolmente ogni giorno.Torno, ancora, sulla #EducazioneCivicaDigitale obbligatoria fin dal primo ciclo scolastico e su campagne informative di massa per un’uso consapevole della tecnologia. #slotmachinenopasaran. Autorità Garante per la protezione dei dati personali ilGiornale La Repubblica La Verità Corriere della Sera Libero.it Avvenire Fondazione SOS il Telefono Azzurro ETS Moige - Movimento Italiano Genitori AGESCI IL MESSAGGERO S.p.A. IL TEMPO. SRL La Presse ANSA #minori #privacy #ludopatie #ageverification
Un po’ di #privacyleggera viste le temperature. Questo é Tom Ellis, l’attore che
impersona Lucifer nella omonima serie TV. Essendo il Diavolo, ha la capacità di
far confessare alle persone i loro desideri più nascosti con la celebre frase:
“ Dimmi…cosa desideri veramente?”. Dedico questa frase ai troppi che dicono che
la Privacy é inutile e che non hanno “niente da nascondere”. Davvero, se vi
trovaste di fronte a Lucifer, rimarreste della stessa opinione? Nella maggior
parte dei casi credo che la risposta sarebbe no: ciascuno di noi hai una parte
intima, segreta o anche solo personale che ha il sacrosanto diritto di vedere
protetta. E se ancora qualcuno ha ancora dei dubbi… vada a vedersi una puntata!☺️
Autorità
Garante per la protezione dei dati personali
CRONACA DI UNA MORTE ( BLUE SCREEN)ANNUNCIATA. E I NOSTRI DATI?
A Gennaio fu MOAB ( Mother of all Breaches) in cui vennero esposti 26 miliardi di dati ( inutile dire anche, se non soprattutto, personali)e oggi é BSOD( blue screen of death) per indicare l’aggiornamento difettoso di un software che ha mandato in tilt mezzo Pianeta. Potere degli acronimi! Sembra tutto più soft ma anche più arcano, strano, poco comprensibile. Altro che S.P.Q.R.! La traduzione é ben più inquietante: a Gennaio sono stati messi sul mercato 26 miliardi di dati profilabili e categorizzabili mentre ieri l’altro lo “schermo blu della morte”( letterale) ha “ucciso” migliaia di voli, comunicazioni, accesso e uso dei propri dati… il 67% del Cloud - mitica e quantomai nebulosa cassaforte di dati-é nelle mani di tre aziende private che hanno capacità di investimento inimmaginabili per le Nazioni . La Sovranità digitale pubblica- se ancora realizzabile- dovrebbe essere, a mio personale avviso, una priorità assoluta per gli Stati e non perché gli incidenti non possano accadere ma perché mi chiedo se i nostri hashtag#gemellidigitali o hashtag#digitaltwins ,ossia le nostre umanità trasferite in rete nell’era digitale ( nella normalità e nel breach),debbano continuare ad essere nelle mani di pochi, alcuni dei quali governano ,anche, lo sviluppo della #intelligenzaartificiale .Autorità Garante per la protezione dei dati personali #bluescreenofdeath #sovranitadigitale #cloud #IA #AI
E un bel ( BRUTTO) giorno tutto si bloccò… Non occorre essere delle Cassandre digitali per comprendere che il mondo iper connesso nelle mani di pochi può trasformarsi d’improvviso in un mondo iper bloccato. Credo che la giornata odierna imponga delle serie riflessioni sugli oligopoli che gestiscono oggi - e con l’IA ancora di più domani- le nostre esistenze.Autorità Garante per la protezione dei dati personali #privacy #IA #AI #cybersecurity #databreach #microsoft #gatekeepers #gafam #fagam #bigtech
EDUCAZIONE CIVICA DIGITALE FOR FUTURE.
Secondo il rapporto della Commissione Europea sullo stato del #decennio #digitale del 2024, solo il 45,8% degli Italiani hanno competenze #digitali di base; percentuale che ci colloca circa 10 punti sotto la media europea. Da anni insisto sulla esigenza imprescindibile di investire sulla #EducazioneCivicaDigitale non solo per non rimanere indietro sulle “competenze” ma per non condannare le future generazioni all’ “inconsapevolezza della rete” che confina l’essere umano nel solo recinto dei “consumer” cui vengono carpiti dati personali per intensificare i processi di profilazione e iper categorizzazione degli individui a fini di mercato.Autorità Garante per la protezione dei dati personali #StefanoDaEmpoli. https://lnkd.in/daCU8wk6
BASTA UN APP PER LA “DELINQUENZA ARTIFICIALE “. L’ERA DIGITALE COME ERA DELL’ILLUSIONISMO?
“Niente é come sembra” reciterebbe l’attore di un film ma questa é una realtà che parla di sostituzione di persona, violenza privata, estorsione, inganno, truffa ( vedremo i capi di imputazione)e tutto tramite delle app di #IA reperibili sugli store.” La voce delle vittime manipolata con editor audio o app di intelligenza artificiale per procedure di registrazione e via libera al consenso”. Io credo che notizie come queste vadano diffuse per informare e creare consapevolezza. Sempre più urgente ed indispensabile investire in #formazione ed #EducazioneCivicaDigitale. Ben vengano sanzioni, indagini ed arresti così come nuove regole ( con tutti i lunghi tempi dì recepimento e comprensione…) ma se non raccontiamo - con importanti e martellanti campagne informative- la rivoluzione digitale , coinvolgendo gli sviluppatori di sistemi e i colossi gatekeepers, sarà sempre più difficile proteggere e proteggersi…e siamo già in ritardo! #IAPRESTOCHEÉTARDI #humanresistance Autorità Garante per la protezione dei dati personali #garantiamocy #privacyamica
META SOSPENDE IL LANCIO IN EUROPA DEL SUO NUOVO SOFTWARE DI IA
La decisione é stata presa a seguito della richiesta fatta da parte dell’Autorità Irlandese di Protezione dati (#DPC))all’Azienda di ritardare la nuova #privacypolicy , in base alla quale non sarebbe servito un nuovo consenso degli utenti per allenare l’algoritmo ma un diniego esplicito ( peraltro subordinato all’accettazione da parte della Società). Come prevedibile, Meta ora paventa “ritardi” rispetto ai competitor; ritardi che nuocerebbero , implicitamente, allo sviluppo, al progresso…Ancora una volta si cercano di mettere in mora i Diritti a favore della necessità di correre più velocemente. Non tocca a me dire, oggi, se la nuova base giuridica applicata da Meta sia adeguata, certo é che una novità di questa portata richiede una ponderazione confacente. Autorità Garante per la protezione dei dati personali #IA #AI
DIFENDIAMO I NOSTRI DATI DAL WEB SCRAPING: I SUGGERIMENTI DEL GARANTE
Si tratta della prima iniziativa a livello europeo per difendere attivamente, anche con indicazioni ai fornitori di servizi che trattino dati personali, i dati personali degli #Italiani.
Autorità Garante per la protezione dei dati personali #webscraping #IA #IA #privacy
https://lnkd.in/dJ_5768R
Spesso si parla di bias dell’algoritmo,riferendosi al verificarsi di risultati distorti dovuti a pregiudizi umani che “influenzano” il Medesimo ma c’è un altro bias : quello che colpisce chi legge il risultato delle elaborazioni.Noi, infatti, tendiamo a considerare “distorcente” un pensiero o un fatto che non risponda alla nostra impostazione culturale o alla nostra inclinazione naturale e di questo,come si legge diffusamente, incolpiamo ( stavolta ingiustamente) il povero chatbot e il suo training .Può sembrare banale ma abbiamo almeno tre problemi : la correttezza della risposta ( basata sul tipo di allenamento dell’ algoritmo e ai pregiudizi culturali dei suo coach), l’esattezza della risposta (dal 3 al 27% di errori dei chatbots secondo il NYT) e la nostra percezione della stessa in base alla formazione che abbiamo avuto e ai valori con cui siamo cresciuti. Un’altra grande sfida per le Generazioni Alpha e Beta. Per questo occorre una hashtag#EducazioneCivicaDigitale finalizzata ad educare e crescere generazioni consapevoli e dotate di spirito critico e curiosità. hashtag#privacy hashtag#IA hashtag#AI hashtag#minori hashtag#machinelearning
30-04-2024
NOYB DENUNCIA CHATGPT: OPEN AI AMMETTE DI NON ESSERE IN GRADO DI CORREGGERE LE INFORMAZIONI FALSE RIGUARDANTI LE PERSONE SU CHATGPT.
La settimana scorsa scrivevo di “Sindrome di Fracchia” relativamente ai chatbot che “non ammettevano di non sapere” fornendo spesso informazioni a caso. Qualora non fosse bastato il hashtag#NewYorkTimes (“ i chatbot inventano informazioni dal 3 al 27% delle volte”) la denuncia di noyb.eu conferma- ricordando il primo intervento del hashtag#GPDP-ancora una volta, le svariate violazioni al hashtag#GDPR di uno dei chatbot più famosi ma non esistono eccezioni. Ci auguriamo che la task force promossa dall’EDPB nel 2023 giunga presto a qualche conclusione perché come dice Maartje de Graaf, avvocato di Noyb: la tecnologia deve seguire le leggi non il contrario…Giusto no!? Autorità Garante per la protezione dei dati personali #privacyamica #chatbot #IA #AI #privacy
https://lnkd.in/etVjpyhd