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Stante il clamore della chiusura ( o no…)di #TikTok negli #USA mi son fatto un giretto sulle possibili alternative cinesi-disponibili sugli store in Italia-che in questi giorni stanno spopolando negli USA con milioni di downloads. #RedNote é scritto prevalentemente in cinese ( c’è qualche utente italiano)e dichiara nei termini d’uso che può fornire i dati secondo le leggi della Repubblica Popolare Cinese ( compreso il divieto d’uso per i minori tra le 22 e le 6 e la fornitura dei dati degli utenti alla Medesima Repubblica).Stessa cosa, in maniera meno esplicita per #Bluesky ( cinese e inglese) mentre #Lemon8 ( di proprietà di ByteDance la stessa di TikTok)é tutto in cinese tranne i Termini d’uso e la privacy policy. Verrebbe da dire “tanto rumore per nulla” ma le vie della geopolitica e dell’economia sono infinite, spesso con buona pace della protezione dei dati personali. Autorità Garante per la protezione dei dati personali#privacy#GDPR#garantiamocy
ZUCKERBERG, BIDEN E IL PARADOSSO FACT CHECKERS…”Zuckerberg ha criticato l'amministrazione Biden per aver esercitato pressioni su Meta affinché rimuovesse post che mettevano in dubbio il vaccino contro il COVID-19. Ha descritto episodi in cui funzionari hanno "urlato" e "insultato" i dirigenti di Meta, chiedendo la rimozione di tali contenuti”.
”È qualcosa che sembra uscito da 1984.Il CEO di Meta ha accostato il capolavoro distopico di George Orwell al fact-checking su Facebook e Instagram che Meta ha deciso di abolire negli Stati Uniti”. Le accuse del CEO di #META, #Zuckerberg sono pesantissime e sembrano capovolgere il concetto di fact-checking ( che personalmente critico da anni): “i fact checker sono stati troppo politicamente di parte e hanno distrutto più fiducia di quanta ne abbiano creata. Quello che è iniziato come un movimento per essere più inclusivi è stato sempre più utilizzato per mettere a tacere le opinioni ed escludere le persone con idee diverse, ed è andato troppo oltre". Io non so se le parole di Zuckerberg siano dettati dalla #new wave politica americana ma poco mi interessa, ciò che trovo inquietante é la sostanza: sovente non si combattevano fake news ma idee diverse da quelle ( politicamente ) dominanti, un #maistreamfact-checking. Sono, peraltro, stupito dai clamori e dai timori. Abbiamo fior di codici che ci possono difendere come individui e Comunità da qualsiasi linguaggio d’odio senza bisogno di mediatori rivelatisi, alla fine dei conti, “di parte”. #privacy#news#deepfake#fact-checking

Secondo la Corte di Giustizia Europea ( #CGUE sentenza 9/2/35)é sovrabbondante e priva di base giuridica e, quindi , illegittima e da oggi vietata ,la formula di cortesia “signore” e “signora” nei moduli e form online. Secondo l’Associazione (la cui segnalazione/interpretazione era stata bocciata dalla #CNIL ), l’obbligo di cliccare su una casella alimenta la discriminazione violando: la privacy dell’interessato, il diritto di poter viaggiare senza comunicare l’identità di genere, la libertà di definire tale identità…Ora il problema si sposta, inevitabilmente, sull’uso degli articoli (il/la)e sulla declinazione di sostantivi e aggettivi( sottoscritto/a). Di fronte alla fantasia umana la #IA scompare…E l’art.5 comma 1 lettera d ( ma anche e) del #GDPR sull’esattezza? Beh al limite diventerà esattezz*… O no? Che ne pensate ?

ANSA 7-01-2025: Zuckerberg si inchina a Trump, 'stop al fact-checking ' su Meta © ANSA/AFP
Lo ha annunciato il ceo di Meta Mark Zuckerberg in quello che a media e analisti appare l'ennesimo inchino a Donald Trump e al nuovo clima ideologico della destra, che privilegia l'assoluta libertà di espressione sulla lotta contro la disinformazione e l'odio in rete. Una svolta che ha riscosso subito il plauso sia del presidente eletto ("Meta ha fatto molta strada") che del suo first buddy Elon Musk ("Cool", ossia "figo"). "Ci libereremo dei fact-checker e li sostituiremo con note della comunità simili a X, a partire dagli Stati Uniti", ha spiegato Zuckerberg in un video sui social (dopo aver preavvisato il team di Trump), escludendo piani immediati per l'Ue e la Gran Bretagna, dove vigono leggi più restrittive che impongono alle società di Big Tech di assumere maggiore responsabilità per i loro contenuti, pena sanzioni pesanti.
Personalmente sono sempre stato pubblicamente critico nei confronti dei fact-checkers e dei “moderatori” di contenuti la cui funzione, spesso come ammesso dallo stesso Patron di Meta, sfociava nella censura draconiana di un “politically correct” portato al parossismo. Io ritengo l’art.21 della #Costituzione Italiana e l’art.11 della #Carta dei Diritti Fondamentali della #UE dei presidi di Libertà, per tutto il resto- dove ne ricorrano le condizioni- bastano i Codici e la Magistratura. #Fact-checking #privacyg#MarkZuckerberg#MetaFacebook Public AffairsInstagram


Ad oggi , essendo peraltro cambiata la Commissione Europea, non si hanno notizie del la Direttiva sulla Responsabilità Civile per l’Intelligenza artificiale ( o IA LIABILITY DIRECTIVE). Al di là della pubblicazione in G.U. della “Product liability directive” e delle prescrizioni contenute nell’IA ACT, manca una norma di dettaglio che, fra le altre cose, faciliti l’accesso alle informazioni finalizzate a dimostrare la responsabilità e introduca una presunzione di colpa per produttori ed utilizzatori in caso di danni. Da questo punto di vista appare molto interessante il recentissimo provvedimento della Corte Suprema dell’Illinois nel quale i Giudici scrivono ( oltre a molte altre considerazioni): “ Avvocati, Giudici e litiganti auto rappresentati sono responsabili del loro prodotto di lavoro finale”. Un approccio che, nella sua parzialità, potrebbe servire a responsabilizzare tutti, anche gli utenti, i quali devono essere in grado non solo di padroneggiare i sistemi di IA ma di prevederne ( e pagarne)gli effetti relativamente alle loro applicazioni. Un “passo” diverso rispetto all’attuale formulazione del DDL attualmente al vaglio delle Camere che , al comma 2 dell’art. 12, reca:”Per assicurare il rapporto fiduciario tra professionista e cliente, le informazioni relative ai sistemi di intelligenza artificiale utilizzati dal professionista sono comunicate al soggetto destinatario della prestazione intellettuale con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo”. Che ne dite? Autorità Garante per la protezione dei dati personaliMCLE Board of the Supreme Court of Illinois#IA#AI#liability#Illinois#responsabilitá

La Società, inoltre, dovrà realizzare una campagna informativa concordata col Garante.
“Secondo il Garante la società statunitense, che ha creato e gestisce il chatbot di intelligenza artificiale generativa, oltre a non aver notificato all’Autorità la violazione dei dati subita nel marzo 2023, ha trattato i dati personali degli utenti per addestrare ChatGPT senza aver prima individuato un’adeguata base giuridica e ha violato il principio di trasparenza e i relativi obblighi informativi nei confronti degli utenti. Per di più, OpenAI non ha previsto meccanismi per la verifica dell’età, con il conseguente rischio di esporre i minori di 13 anni a risposte inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza” Autorità Garante per la protezione dei dati personali#chatbot#IA#AI#minori#trasparenza#privacy
“BRAIN ROT” OSSIA “CERVELLO IN PAPPA”.
COME SI CURA ?CON L’EDUCAZIONE CIVICA DIGITALE
Parola dell’anno secondo l’Oxford Dictionary definisce “il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, soprattutto come conseguenza di un consumo eccessivo di materiale (in particolare di contenuti online) considerato banale o poco impegnativo". L’unica cosa che stupisce é il termine “presunto” e l’unica “cura” é, a mio avviso la #(auto)EducazioneCivicaDigitale. Il cervello va in pappa se cediamo sempre più parti del nostro tempo ( e dei nostri #datipersonali) alle “macchine”, delegando loro: divertimento, fantasia, creatività, memoria, articoli,battute,sentimenti #reelbrutalisation( abbrutimento da reels) poteva essere una alternativa valida.
Ci vuole educazione e autoeducazione, occorre avere voglia di imparare e insegnare e non di delegare (abbandonandole per comodità) le enormi potenzialità del nostro cervello altrimenti, vista l’esclation, nel giro di pochi anni resterà solo la pappa! Autorità Garante per la protezione dei dati personali#privacy#minori#social#AI#IA

INCREDIBILE DECISIONE DEL GEPD(GARANTE EUROPEO PER LA PROTEZIONE DEI DATI): MICROTARGETING POLITICO ILLEGALE DA PARTE DELLA COMMISSIONE UE.
Altro che battaglioni di #hackers Russi, Iraniani, Ucraini, Coreani e Sanmarinesi impegnati ad inquinare le libere e democratiche elezioni dei paesi occidentali… A seguito del reclamo di noyb.eu, il #GEPD ha ammonito la #CommissioneEuropea giacché sarebbero stati i suoi colletti bianchi a fare #microtargeting elettorale al fine di influenzare, tramite la piattaforma #X , #TWITTER ,gli elettori liberali e di sinistra dei #PaesiBassi ( non quelli interessati a parole chiave come #GiorgiaMeloni#Vox#MarineLePen…) a favore di una proposta di legge #UE ( che ogni tanto riemerge…) per consentire alle “Autorità” di leggere le comunicazioni online dei cittadini ( ovviamente per “proteggerli meglio” come diceva il lupo a Cappuccetto Rosso). Vicenda inquietante tutta da chiarire. Autorità Garante per la protezione dei dati personali#privacy#profilazione#politicawww.ghiglia.it

Federal Bureau of Investigation (FBI)PREOCCUPATO DALL’IA “CRIMINALE”. LA SEMPRE UTILE “MORALE -ANALOGICA-DELLA CARAMELLA”…
Il “Bureau” comunica al pubblico la propria preoccupazione relativamente all’uso, distorto e pericoloso, che può essere fatto dai criminali dell’#IA generativa, nuova frontiera per la commissione di frodi e delitti su vasta scala. Molto interessante leggere l’analisi nel dettaglio e, soprattutto, i consigli per tutelarsi fra cui: creare una frase o parola segreta con la Famiglia per verificare l’identità dei membri; osservare le imperfezioni nei video o nelle immagini; ascoltare il tono e le parole utilizzate; limitare la presenza di contenuti personali online; non condividere informazioni sensibili con persone conosciute online…L’evoluzione, insomma, degli avvisi dell’era analogica : non accettare caramelle dagli sconosciuti; non dare confidenza agli estranei…Sono passati solo due anni dall’esplosione ( e dalla diffusione di massa) della #GenerativeIA e tali apparati di contraffazione vocale e sostituzione personale sono alla portata di chiunque tanto che pare prossimo uno sciopero degli operatori del #DarkWeb… Come si faccia a considerare a “rischio lieve” questi strumenti continua a sfuggirmi… Grazie al #Bureau ma in Italia basta consultare ( da anni) il sito del #GPDP per una navigazione sicura. (www.ghiglia.it)
Autorità Garante per la protezione dei dati personali#frodi#truffeonline#dataprotection#phishing


#OCSE: IN ITALIA OLTRE UN TERZO DEGLI ADULTI É ANALFABETA FUNZIONALE. Ultimi tra i grandi paesi industrializzati. L’indagine é stata svolta sulla fascia di età 16-65. Terrificante soprattutto perché stiamo vivendo nella rivoluzione digitale e abbiamo il dovere verso i #Pronipoti di comprenderla per affrontare al meglio lo tsunami di un cambiamento tecnologico-sociale che viaggia a velocità ipersonica. É indifferibile istituire corsi di #EducazioneCivicaDigitale almeno nella 4 e 5 elementare ( quando inizia la “vita in rete”) e campagne massive di educazione a tutti i livelli, tenendo presente che la fascia studiata non é “vecchia”. Occorre disseminare consapevolezza affinché le persone-dato rivivifichino la loro consapevolezza in una vita che trascorre metà fisica e metà digitale. Difficile? Tremendamente ma se non si agisce nel giro di pochi anni diventeremo inconsapevole carne da #scraping ( dei nostri dati personali, della nostra umanità)
SORA OPENAI O SORA LELLA?
Ma a cosa serve #SORA il generatore di video basato sull’ #IA e creato da #OPENAI?Non facendo il film-maker né il creativo, né il tiktoker sinceramente non lo so ma leggo le doglianze di diversi media - cui si aggiungerà la solita banda degli AntiPri(vacy)-che lamenta il ritardato arrivo in Europa del Sistema , pensate un po’, per problemi di #privacy! Beh certo perché non regalare allo #scraping del #GrandeRastrello tutte le nostre vite in cambio della possibilità di giocare con le immagini? Davvero non vediamo l’ora di creare video in cui siamo in tre io più posti diversi ( regalando dati biometrici a profusione), smaniamo dal desiderio di alterare ( falsificare) un filmato con la funzione Remix, sostituendo, modificando o rimuovendo elementi da un video originale ( come faceva Stalin), bramiamo di poter creare una scena con Re-cut o mixare filmati con Blend? Vogliamo davvero cimentarci a riscrivere la Storia e le nostre storie per perdere il senso della realtà o crearne una a nostra immagine e somiglianza? Ovviamente tutti piatti serviti con i dati personali come ingrediente di base… il dibattito é aperto ma io personalmente continuerò a preferire la rustica e semplice realtà umana e conviviale della #SoraLella. #AIdemia#minorihashtag#realta’
( SORA LELLA nel film 7 chili in 7 giorni) (immagine creata da #ChatGPT della stessa persona in tre contesti…)


Attenzione a vendere i dati personali contenuti nell’archivio del giornale a OpenAI perché li usi per addestrare gli algoritmi.
“Gli archivi digitali dei giornali conservano le storie di milioni di persone, con informazioni, dettagli, dati personali anche estremamente delicati che non possono essere licenziati in uso a terzi per addestrare l’intelligenza artificiale, senza le dovute cautele”. In sintesi attenzione a vendere i dati, magari particolari e giudiziari, consentendone l’uso per il training degli algoritmi. Il #GPDP ancora una volta in prima linea in Europa e nel mondo per difendere i dati personali- la vita delle persone nell’era digitale- da una eccessiva intrusione nella loro sfera intima da parte dell’IA. Autorità Garante per la protezione dei dati personali#privacy#IAhashtag#AI#webscraping#OpenAI#editori
Nella Peterskapelle, la chiesa cattolica più antica di Lucerna, un ologramma di Gesù,arricchito” da un’IA, ascolta/confessa i fedeli in 100 lingue. Non sono il Vescovo locale e non mi permetto di dire se l’idea in sé sia blasfema ma, personalmente, questa transumanizzazione religiosa mi disgusta e mi preoccupa. Una chiesa parco tecnologico con l’oracolo che legge il futuro come nei luna park o, peggio, ascolta, registra, memorizza( ?) , profila(?) le mie angosce più profonde, il mio desiderio di perdono, il mio bisogno di divino e mi conforta con l’algoritmo anziché tramite lo Spirito Santo? E si potrebbe andare avanti a lungo… Forse lo siamo già andati troppo.Speravo che con il chatbot di Padre Pio avessimo toccato il punto minimo ma mi sbagliavo. Sicuramente arriveranno precisazioni e puntualizzazioni ma, come direbbe l’ologramma del famoso GC, “alea iacta est”, un altro passo verso la Grande Confusione é fatto.Fosse accaduto in Italia avremmo potuto chiedere una DPIA (una valutazione di impatto sul trattamento dei dati) e capire se almeno il segreto del confessionale fosse davvero preservato…


Nell’ultimo anno sono stati 13.200 i casi di cittadini del Regno Unito i quali, per aver detto o scritto cose “ritenute” offensive sui social, sono stati indagati e/o schedati dalla Polizia ( Corriere della Sera del 16/11/24). Il “caso” é scoppiato quando é arrivati il turno di una nota commentatrice del @Telegraph, @AllisonPearson,indagata per un tweet dello scorso anno. Oltre il fatto che anche nella vita digitale dovrebbero essere , nel caso, puniti i reati e non le opinioni ( anche queste ma solo se configurano reati) riemerge il ruolo opaco dei “mediatori” dei social network, depositari di un potere a-legale di decidere cosa si può e cosa non si può dire e , ancora, la pretesa- che ogni tanto rispunta- da parte di talune piattaforme di voler scandagliare , sempre, foto e scritti dei loro utenti segnalando alle forze dell’ordine possibili” reati…Con buona pace della #privacy. Inquietante . O no!?
Leggere con una certa continuità che pezzi di stato ( con la s minuscola in questo caso) e pezzi d’impresa giocano e lucrano sui dati più personali di personaggi famosi porta , inevitabilmente, a dire: figurati cosa capita a noi persone comuni…Non abbiamo alcuna difesa! In realtà si deve partire proprio da questo per smentire il diffuso sentimento di depressione che ci assale leggendo che gli sciacalli realizzavano, gestivano e controllavano importanti infrastrutture strategiche pubbliche. É la verità ? Lo vedremo. Intanto ricordiamo che esiste il #RGPD e che quotidianamente, da anni, il Garante , anche attraverso sanzioni e avvertimenti, mette in guardia soggetti pubblici e privati sulla necessità di avere e aggiornare “ adeguate misure di garanzia” per proteggere i dati personali ( i diritti fondamentali, la libertà) dei cittadini. Al di là delle indagini, delle polemiche, delle dietrologie occorre, a mio avviso, far due cose: potenziare il Garante mettendolo in condizione svolgere al meglio e in tempi rapidi la sua insostituibile funzione e prendere sul serio, riportandola alla ribalta della quotidianità, la #privacybydesign di cui all’art. 25 comma 2 del RGPD “2. Il titolare del trattamento mette in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire che siano trattati, per impostazione predefinita, solo i dati personali necessari per ogni specifica finalità del trattamento. Tale obbligo vale per la quantità dei dati personali raccolti, la portata del trattamento, il periodo di conservazione e l'accessibilità. In particolare, dette misure garantiscono che, per impostazione predefinita, non siano resi accessibili dati personali a un numero indefinito di persone fisiche senza l'intervento della persona fisica”Autorità Garante per la protezione dei dati personali #dossieraggio #privacy #banchedati


Un ragazzino di 14 anni si é suicidato e la Mamma ha fatto causa al Chatbot Character.Ai ( reperibile anche sugli store italiani); chatbot “relazionale” con cui il giovane intratteneva da tempo un rapporto quotidiano e che aveva, nella sua fantasia, identificato con il nome della Regina dei Draghi del Trono di Spade. Il ragazzo aveva confessato alla sua migliore “amica” il desiderio di suicidarsi e la macchina “aveva tentato” ( riflettiamo anche sul fatto che uso tutti verbi impropri perché riferiti ad un sistema digitale, ma…) flebilmente di dissuaderlo… “Moriremo insieme” é stato l’epilogo:é successo con un colpo di pistola.Da prima che fosse approvato l’AI ACT, segnalavo - e lo ripeto ad ogni convegno-il fatto che inserire i Chatbot tra i “sistemi di IA a rischio lieve” fosse un errore. Per la facilità di accesso, per le verifiche( nulle o risibili) dell’età, per i linguaggi sempre più umanizzati e sostanzialmente indistinguibili….Tali sistemi che, lo ricordo, sono solo dei collettori di profilazione dei nostri dati

Sintesi del mio intervento di oggi a Torino nel corso dell #AI&VRFESTIVAL organizzato da ANGI - Associazione Nazionale Giovani Innovatori, a2a e Fondazione Compagnia di San Paolo per la partecipazione al quale ringrazio il Presidente Gabriele Ferrieri. Nell’era digitale le persone-dato che passano un tempo crescente della loro vita vigile online, debbono essere tutelate al pari del loro gemello fisico nel mondo reale. I nostri dati personali, a mio avviso, possono essere ceduti per determinati servizi o necessità ma la loro proprietà, la proprietà della nostra umanità trasferita nella rete, deve rimanere inequivocabilmente nostra. Senza se e senza ma. Da ciò deriva che nessuno dovrà mai poterci imporre di cedere, senza un rinnovato, libero, specifico, informato e inequivocabile consenso i nostri dati-ancorché pubblici e raccolti in altri tempi e per altre finalità-al fine allenare un qualsivoglia algoritmo di #IA generativa. Autorità Garante per la protezione dei dati personali #privacy
STOP AI CELLULARI A SCUOLA…
L’altro giorno ero in treno e avevo di fronte un ragazzo che stava studiando Diritto Pubblico. Ogni 5 minuti ( ho calcolato in media per curiosità ) guardava e interagiva con il cellulare. Non ho osato dirgli che, così facendo , il tempo che dovrà passare su quello e su altri libri sarà decisamente superiore… Affari suoi certamente! Credo , tuttavia che se, fin da piccoli, la #EducazioneCivicaDigitale diventasse materia di studio obbligatoria, il cellulare tornerebbe ad essere un utilissimo strumento e non, troppo spesso, una inutile e distraente terza mano che, spesso, ci fa perdere tempo anziché guadagnarlo ( e questo é il meno). Ben vengano, quindi, iniziative come quelle del #LiceoVolta di #Torino soprattutto se accompagnate a lezioni di #awarness ( al posto, qualche volta, della #mindfulness proposta dalle app dei telefoni…). Autorità Garante per la protezione dei dati personali #cellulari #smartphone #privacy #IA #AI

IA (o AHI?) A SCUOLA? PRIMA L’EDUCAZIONE CIVICA DIGITALE
Leggo un numero crescente di sondaggi sull’uso dell’#IA nelle scuole e colgo più prese d’atto passive che preoccupazioni. Io ne ho una sola: passare per un passatista ma, ciononostante, continuo a chiedere e a chiedermi se serva veramente o , meglio, se sia opportuno l’uso dell’IA a scuola senza una solida base di #EducazioneCivicaDigitale. Secondo una ricerca tra le tante( Tgm Research)il 76% dei ragazzi tra i 16 e i 18 anni usa l’IA per cercare informazioni ( ma non sono motori di ricerca e i bias arrivano a sfiorare il 30%, fonte #NEWYORKTIMES); il 60% per fare i compiti ( per farsi sostituire nel farli? Per farsi aiutare se non si é capito qualcosa?); il 18% per rispondere ai test (senza imparare, riflettere e delegando la risposta alla “macchina”); il 21% come assistente personale per scrivere mail (disimparando a scrivere? Standardizzando il linguaggio? Ah già…esistono le IA che lo umanizzano); il 13% per scrivere saggi (ossia per fare una cosa che dovrebbero fare loro, senza studiarla prima ovviamente). Va tutto bene? Siamo contenti così? Siamo davvero convinti che sia la strada giusta per “crescere” umanamente, psicologicamente, culturalmente? Ribadisco, occorre che l’#EducazioneCivicaDigitale diventi materia di studio fin dal primo ciclo scolastico.Autorità Garante per la protezione dei dati personali #privacy #scuola #minori Fondazione SOS il Telefono Azzurro ETS Moige - Movimento Italiano Genitori

UN DRAGHI DRACONIANO INCENDIA GDPR E AI ACT…
"L'atteggiamento regolatorio dell'Ue nei confronti delle compagnie
tecnologiche - afferma - ostacola l'innovazione” .”Si stima ( da parte di chi? NdR) che il regolamento generale sulla protezione dei dati abbia ridotto gli utili delle piccole aziende tecnologiche
del 15%.” “Non abbiamo grandi imprese come negli Usa: abbiamo piccole
imprese. Con questa legislazione che ci siamo dati, che in realtà è
autolesionista, stiamo uccidendo le nostre imprese" ( Adnkronos 9/9/24)
Il Prof. Draghi ha qualche buona ragione a criticare l’ipertrofia normativa in campo tecnologico che negli ultimi anni ha contraddistinto l’UE. Chi scrive ha spesso definito 7 Nani( per la difficoltà , addirittura, di ricordarsele tutte se non mettendole in ordine alfabetico…)le recenti leggi che sono piovute su Aziende e cittadini ( DMA,DSA,DGA,DA,AI ACT, CYBERSECURITY ACT…)sottolineando, più volte, il pericolo che, soprattutto le PMI, abbiano e avranno difficoltà enormi di compliance: per una questione di costi e per una, oggettiva, carenza di professionalità dedicate.
Da questo, però, a lanciare un attacco frontale al GDPR ( e all’IA ACT)con la (solita)scusa della perdita di competitività delle aziende ce ne corre: ne corre la protezione dei dati che, in quanto personali, non sono delle grandi o piccole società ma delle persone che hanno il diritto di difenderle e vederle difese. Rimarrei stupito se una Personalità del calibro del Prof. Draghi si fosse davvero espressa , su temi così delicati, come neppure il più aggressivo AD di una grande piattaforma di #IA farebbe e pertanto, confido che il suo pensiero sia stato frainteso. Ricordo il Draghi della Pandemia e l’avvertimento del Garante al Governo su un Green Pass “esondante”ma quella era un’altra epoca. Si spera…#privacy #UE #EU #GDPR

INFORMAZIONE A META E METÀ
Non sono rimasto sorpreso dalle dichiarazioni del Patron di Meta Marck Zuckerberg che ha candidamente ammesso, in una missiva indirizzata al Presidente di una Comissione della Camera, di aver- di fatto- occultato, su richiesta del Governo Americano, le posizioni critiche sul #Covid in epoca pandemica. Ha preso solenne impegno, in eventuali future occasioni, di non farlo più…Nella stessa lettera aggiunge che i suoi “fact-checkers” avevano bloccato ( sempre a causa di pressioni governative) alcune informazioni sul figlio del Presidente Biden, rivelatesi poi vere e non creazioni della “disinformatja” russa. Non sono rimasto stupito perché, ancora una volta, nell’era digitale dove i social stanno sempre più sostituendo l’informazione “tradizionale”, tra fact-checkers e “moderatori”, la censura verso contenuti non “mainstream” é sempre dietro l’angolo togliendo a noi lettori il gusto di decidere, magari approfondendo, cosa é giusto e cosa é sbagliato.Chi sa cosa succederà ( ne ho scritto qualche post addietro) con i progressivi accordi tra piattaforme di #IA generativa e i più grandi gruppi editoriali…Dovremo abituarci ad un mondo di informazioni e di verità #Meta e Metá? Peccato che non si tratti di fole ma di realtà sociali, politiche, culturali che impattano sul nostro quotidiano e che dovrebbero essere poste e proposte con democratico equilibrio altrimenti ce la saremmo cavata con Bennato: “ogni favola é un gioco ed é vera soltanto a metà…” #privacy #informazione

CASO DUROV. Arriveremo a vietare la crittografia end-to-end? L’arresto in Francia del fondatore di Telegram, il torinese di adozione #Pavel #Durov , a mio avviso apre ( prescindendo da eventuali reati che non interessano in questa sede), un enorme tema “granulare” inerente la protezione dei dati personali. Partendo dall’art.15 della Costituzione (La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria…)sarei portato a desumere che tutte le piattaforme che usano la crittografia end-to-end garantiscano un principio costituzionale, mentre é dubbio che ne siano rispondenti i “ gruppi di moderazione” dei social i quali ,parafrasando De André, sono “ giudici -nel web-del bene e del male”. Se, quindi, uno dei problemi di Telegram é di non avere filtri né intermediari beh… É un grosso problema per quasi tutte le app di messaggistica. Tramite Telegram hanno agito e agiscono i più turpi delinquenti per commettere i reati più ignobili e abbietti? Tante indagini lo dicono ma, appunto, si é legalmente indagato e si é contrastato il crimine senza ricorrere ad una sorveglianza di massa real time che cancellerebbe , a partire dall’art.15 della Carta ,qualsiasi forma di Libertà, di #privacy, di #riservarezza. Qualche anno fa Apple propose forme di controllo ab origine (ogni tanto rilanciate in Europa) di foto e corrispondenza con l’intento dichiarato di combattere la pedopornografia; metodi come Il Client Side Scanning (CSS) per scansionare fotografie e messaggi prima che vengano inviati da un utente (o dopo aver ricevuto da un altro utente) al fine di determinare se le immagini o i messaggi in questione contravvengono ai divieti imposti dalle leggi…Il privato che diventa “giudice a priori”. Siamo disposti a cancellare la segretezza delle nostre comunicazioni? Altro che Right to be let alone o jus solitudinis… www.ghiglia.it

IA,SCRAPING, LIBERTÀ DI STAMPA…CON I DATI DI CHI? STRATEGIE DEL “GRANDE RASTRELLO”
Negli ultimi giorni una delle società di riferimento dell’IA generativa ha stretto un accordo con un mega gruppo editoriale. A fine Luglio anche un colosso italiano dell’editoria ha siglato un accordo simile, seguendo le orme del Gruppo Reddit ( WordPress e Tumblr) del Time e di altri che hanno contrattualizzato e legalizzato (?) le pratiche di scraping - sulle loro piattaforme e testate-da parte dei colossi dell’IA. Ad una ricerca superficiale non ho trovato le cifre delle suddette operazioni ma poco importa, i soldi non interessano mai ad alcuno . Tali accordi, tuttavia, mi sollevano due riflessioni assolutamente aperte. Come si concilieranno i suddetti patti con la libertà di stampa nei confronti dei nuovi soci? Al netto della certa e indiscutibile onestà intellettuale del 99% dei giornalisti - sono iscritto anche io alla Categoria da 33 anni- la libertà di stampa sarà ancora garantita? Mi scuso in anticipo per il dubbio inutile e retorico…Altra questione: di chi sono i miliardi di dati che, grazie agli accordi, verranno rastrellati per allenare le IA generative? I padroni di questi dati hanno dato qualche tipo di consenso per codesto tipo di uso? Esempio assolutamente non esaustivo: coloro che hanno accettato il “paga o consenti” sono consapevoli di essere anche diventati un filo d’erba alla mercé del Grande Rastrello? Concludo con una citazione della fondatrice del sito di news tecnologiche The Information, Jessica Lessin, che ha paragonato queste partnership a "patteggiamenti", sostenendo che gli editori stanno "barattando la credibilità guadagnata con fatica per un po' di soldi dalle aziende che da un lato li sottovalutano e e dall'altro costruiscono prodotti chiaramente destinati a sostituirli". Ma la sua é solo un’opinione. Autorità Garante per la protezione dei dati personali www.ghiglia.it #scraping #webscraping #IA #AI #minori #privacy


PROTEGGERE I DATI PERSONALI É UN PESO? Tutelare nome, cognome, CF, targa, indirizzo IP; Preservare convinzioni politiche, religiose, culturali; Difendere l’intimità della nostra sfera sessuale,sanitaria o giudiziaria… In generale creare uno scudo per il nostro gemello digitale che naviga nelle reti globali. Io penso che non sia un peso ma un ottimo “allenamento” per difendere la nostra Libertà nell’era digitale.Autorità Garante per la protezione dei dati personali #privacy #privacyamica #garantiamocy www.ghiglia.it
OSSESSIONE PRIVACY?
Oggi il dottor @LorenzoMarone , famoso scrittore ,in un breve e puntutamente sarcastico elzeviro su Repubblica,si indispettisce per aver atteso troppo il modulo per una nuova sim, a causa di un impiegato che avrebbe “incolpato” la privacy della “lungaggine”( ore, minuti, secondi…?) e si scaglia, con tipica bellicosità mediatico-agostana, contro “l’ossessione della privacy”. Ma come? Se é vero,come scrive l’Autore- sicuramente abituato a leggere e rileggere i brogliacci delle sue opere-che nelle tasche “non abbiamo un amico ma una spia, che annota e registra ogni atto”, non ha , di conseguenza, neppure la pazienza di leggere “ le condizioni del nemico”? A chi andranno i dati di suo figlio ( sicuramente minore di età )? Per quali finalità saranno usati? Se sarà possibile cederli ad altri per aiutare il post-orwellismo a meglio e più profondamente profilarci e “spiarci”? Spiace leggere come uno scrittore di ampio e meritato successo, si lasci andare a considerazioni che non tengono conto di un fatto, a mio avviso, centrale: nell’era digitale l’uomo é un dato e per , tutelarsi, deve proteggerlo per proteggere (e prima ancora per tutelare) il se stesso digitale non perdendolo di vista mai per poter esercitare un diritto fondamentale: quello di poterlo recuperare, negare, toglierlo dalla disponibilità altrui. Nell’era digitale dobbiamo cambiare paradigma, iniziando a pensare in termini di mente-dato e trasformando una mal interpretata ossessione-quella per la privacy- per l’unico, vero strumento di difesa della nostra libertà digitale, della nostra Libertà… Ancora una considerazione :nell’era digitale siamo sempre più frettolosi e la vulgata secondo la quale “la privacy non serve a nulla” fonda le sue radici malate su questa “fretta”; una fretta che ci spinge, ogni giorno di più, a ignorare o, peggio, a non sopportare un diritto fondamentale che alla fin fine, nell’era digitale, é quello alla nostra Libertà. Autorità Garante per la protezione dei dati personali #privacy #libertà #Orwell #minori#privacyamica #garantiamocy www.ghiglia.it.


Il quadro che emerge dai dati dell’#ISS é inquietante: i ragazzi giocatori problematici sono 90.000, quelli a rischio importante 130.000 ossia il 4% della fascia 14/17. Al netto dei controlli nelle sale gioco o presso le tabaccherie, il 40% gioca online. Occorre, quindi, una norma urgente che preveda solidi meccanismi di age verification ( ne esistono di validi e,in ogni caso, sempre meglio di un’autocertificazione) ma queste cifre impressionanti derivano anche dal progressivo arretramento dei doveri parentali: abbandonare i minori ai loro smartphone senza rete, senza educazione, senza protezione e senza controlli- senza scomodare l’art.591 del Codice Penale- é un “delitto morale”che troppi “tutori” consumano, più o meno consapevolmente ogni giorno.Torno, ancora, sulla #EducazioneCivicaDigitale obbligatoria fin dal primo ciclo scolastico e su campagne informative di massa per un’uso consapevole della tecnologia. #slotmachinenopasaran. Autorità Garante per la protezione dei dati personali ilGiornale La Repubblica La Verità Corriere della Sera Libero.it Avvenire Fondazione SOS il Telefono Azzurro ETS Moige - Movimento Italiano Genitori AGESCI IL MESSAGGERO S.p.A. IL TEMPO. SRL La Presse ANSA #minori #privacy #ludopatie #ageverification

Un po’ di #privacyleggera viste le temperature. Questo é Tom Ellis, l’attore che impersona Lucifer nella omonima serie TV. Essendo il Diavolo, ha la capacità di far confessare alle persone i loro desideri più nascosti con la celebre frase: “ Dimmi…cosa desideri veramente?”. Dedico questa frase ai troppi che dicono che la Privacy é inutile e che non hanno “niente da nascondere”. Davvero, se vi trovaste di fronte a Lucifer, rimarreste della stessa opinione? Nella maggior parte dei casi credo che la risposta sarebbe no: ciascuno di noi hai una parte intima, segreta o anche solo personale che ha il sacrosanto diritto di vedere protetta. E se ancora qualcuno ha ancora dei dubbi… vada a vedersi una puntata!☺️
Autorità Garante per la protezione dei dati personali
CRONACA DI UNA MORTE ( BLUE SCREEN)ANNUNCIATA. E I NOSTRI DATI?
A Gennaio fu MOAB ( Mother of all Breaches) in cui vennero esposti 26 miliardi di dati ( inutile dire anche, se non soprattutto, personali)e oggi é BSOD( blue screen of death) per indicare l’aggiornamento difettoso di un software che ha mandato in tilt mezzo Pianeta. Potere degli acronimi! Sembra tutto più soft ma anche più arcano, strano, poco comprensibile. Altro che S.P.Q.R.! La traduzione é ben più inquietante: a Gennaio sono stati messi sul mercato 26 miliardi di dati profilabili e categorizzabili mentre ieri l’altro lo “schermo blu della morte”( letterale) ha “ucciso” migliaia di voli, comunicazioni, accesso e uso dei propri dati… il 67% del Cloud - mitica e quantomai nebulosa cassaforte di dati-é nelle mani di tre aziende private che hanno capacità di investimento inimmaginabili per le Nazioni . La Sovranità digitale pubblica- se ancora realizzabile- dovrebbe essere, a mio personale avviso, una priorità assoluta per gli Stati e non perché gli incidenti non possano accadere ma perché mi chiedo se i nostri hashtag#gemellidigitali o hashtag#digitaltwins ,ossia le nostre umanità trasferite in rete nell’era digitale ( nella normalità e nel breach),debbano continuare ad essere nelle mani di pochi, alcuni dei quali governano ,anche, lo sviluppo della #intelligenzaartificiale .Autorità Garante per la protezione dei dati personali#bluescreenofdeath#sovranitadigitale#cloud#IA#AI


E un bel ( BRUTTO) giorno tutto si bloccò… Non occorre essere delle Cassandre digitali per comprendere che il mondo iper connesso nelle mani di pochi può trasformarsi d’improvviso in un mondo iper bloccato. Credo che la giornata odierna imponga delle serie riflessioni sugli oligopoli che gestiscono oggi - e con l’IA ancora di più domani- le nostre esistenze.Autorità Garante per la protezione dei dati personali#privacy#IA#AI#cybersecurity#databreach#microsoft#gatekeepers#gafam#fagam#bigtech

EDUCAZIONE CIVICA DIGITALE FOR FUTURE.
Secondo il rapporto della Commissione Europea sullo stato del #decennio#digitale del 2024, solo il 45,8% degli Italiani hanno competenze #digitali di base; percentuale che ci colloca circa 10 punti sotto la media europea. Da anni insisto sulla esigenza imprescindibile di investire sulla #EducazioneCivicaDigitale non solo per non rimanere indietro sulle “competenze” ma per non condannare le future generazioni all’ “inconsapevolezza della rete” che confina l’essere umano nel solo recinto dei “consumer” cui vengono carpiti dati personali per intensificare i processi di profilazione e iper categorizzazione degli individui a fini di mercato.Autorità Garante per la protezione dei dati personali#StefanoDaEmpoli. https://lnkd.in/daCU8wk6
BASTA UN APP PER LA “DELINQUENZA ARTIFICIALE “. L’ERA DIGITALE COME ERA DELL’ILLUSIONISMO?
“Niente é come sembra” reciterebbe l’attore di un film ma questa é una realtà che parla di sostituzione di persona, violenza privata, estorsione, inganno, truffa ( vedremo i capi di imputazione)e tutto tramite delle app di #IA reperibili sugli store.” La voce delle vittime manipolata con editor audio o app di intelligenza artificiale per procedure di registrazione e via libera al consenso”. Io credo che notizie come queste vadano diffuse per informare e creare consapevolezza. Sempre più urgente ed indispensabile investire in #formazione ed #EducazioneCivicaDigitale. Ben vengano sanzioni, indagini ed arresti così come nuove regole ( con tutti i lunghi tempi dì recepimento e comprensione…) ma se non raccontiamo - con importanti e martellanti campagne informative- la rivoluzione digitale , coinvolgendo gli sviluppatori di sistemi e i colossi gatekeepers, sarà sempre più difficile proteggere e proteggersi…e siamo già in ritardo! #IAPRESTOCHEÉTARDI#humanresistanceAutorità Garante per la protezione dei dati personali#garantiamocy#privacyamica

META SOSPENDE IL LANCIO IN EUROPA DEL SUO NUOVO SOFTWARE DI IA
La decisione é stata presa a seguito della richiesta fatta da parte dell’Autorità Irlandese di Protezione dati (#DPC))all’Azienda di ritardare la nuova #privacypolicy , in base alla quale non sarebbe servito un nuovo consenso degli utenti per allenare l’algoritmo ma un diniego esplicito ( peraltro subordinato all’accettazione da parte della Società). Come prevedibile, Meta ora paventa “ritardi” rispetto ai competitor; ritardi che nuocerebbero , implicitamente, allo sviluppo, al progresso…Ancora una volta si cercano di mettere in mora i Diritti a favore della necessità di correre più velocemente. Non tocca a me dire, oggi, se la nuova base giuridica applicata da Meta sia adeguata, certo é che una novità di questa portata richiede una ponderazione confacente. Autorità Garante per la protezione dei dati personali #IA #AI


DIFENDIAMO I NOSTRI DATI DAL WEB SCRAPING: I SUGGERIMENTI DEL GARANTE
Si tratta della prima iniziativa a livello europeo per difendere attivamente, anche con indicazioni ai fornitori di servizi che trattino dati personali, i dati personali degli #Italiani.
Autorità Garante per la protezione dei dati personali#webscraping#IA#IA#privacy

Spesso si parla di bias dell’algoritmo,riferendosi al verificarsi di risultati distorti dovuti a pregiudizi umani che “influenzano” il Medesimo ma c’è un altro bias : quello che colpisce chi legge il risultato delle elaborazioni.Noi, infatti, tendiamo a considerare “distorcente” un pensiero o un fatto che non risponda alla nostra impostazione culturale o alla nostra inclinazione naturale e di questo,come si legge diffusamente, incolpiamo ( stavolta ingiustamente) il povero chatbot e il suo training .Può sembrare banale ma abbiamo almeno tre problemi : la correttezza della risposta ( basata sul tipo di allenamento dell’ algoritmo e ai pregiudizi culturali dei suo coach), l’esattezza della risposta (dal 3 al 27% di errori dei chatbots secondo il NYT) e la nostra percezione della stessa in base alla formazione che abbiamo avuto e ai valori con cui siamo cresciuti. Un’altra grande sfida per le Generazioni Alpha e Beta. Per questo occorre una hashtag#EducazioneCivicaDigitale finalizzata ad educare e crescere generazioni consapevoli e dotate di spirito critico e curiosità. hashtag#privacyhashtag#IAhashtag#AIhashtag#minorihashtag#machinelearning
#IA #AI #CHATBOT
30-04-2024
NOYB DENUNCIA CHATGPT: OPEN AI AMMETTE DI NON ESSERE IN GRADO DI CORREGGERE LE INFORMAZIONI FALSE RIGUARDANTI LE PERSONE SU CHATGPT.
La settimana scorsa scrivevo di “Sindrome di Fracchia” relativamente ai chatbot che “non ammettevano di non sapere” fornendo spesso informazioni a caso. Qualora non fosse bastato il hashtag#NewYorkTimes (“ i chatbot inventano informazioni dal 3 al 27% delle volte”) la denuncia di noyb.eu conferma- ricordando il primo intervento del hashtag#GPDP-ancora una volta, le svariate violazioni al hashtag#GDPR di uno dei chatbot più famosi ma non esistono eccezioni. Ci auguriamo che la task force promossa dall’EDPB nel 2023 giunga presto a qualche conclusione perché come dice Maartje de Graaf, avvocato di Noyb: la tecnologia deve seguire le leggi non il contrario…Giusto no!? Autorità Garante per la protezione dei dati personali#privacyamica#chatbot#IA#AI#privacy





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